Monografie: Soledad Miranda


Soledad Miranda

 

 

Un raggio di sole

Questa è una favola e inizia come tutte quante. La protagonista è povera ma bella e ha talento. Poi prosegue come sempre, lei La Reina Del Tabarinlavora duro, ottiene successo e trova l’amore. Purtroppo non visse “felice e contenta” perché il finale non è da favola. Anzi.
Questa è la sintesi della vita di Soledad Miranda, incantevole attrice spagnola. Bellissima. Una bellezza naturale, magnetica, che conquista al primo sguardo. Provate a vedere un suo film e provate a rimanere indifferenti. Non ci riuscirete. A tanto splendore si accompagna una bravura artistica di primo grado. Un talento naturale che sorprese, come vedremo anche il buon Christopher Lee.
Soledad Miranda è stata un raggio di sole nel mondo del cinema, così brillante che a trentanove anni dalla morte è ancora idolatrata. Merito suo, ma anche della rivalutazione di un certo cinema e delle opere di Jesus Franco.
Soledad Rendòn Bueno nasce nel 1943 a Siviglia, in una famiglia povera di origini portoghesi. Primogenita di sei figli, nipote della famosa ballerina di flamenco Paquita Rico, a otto anni balla già sui palchi andalusi.
Con l’arte nel sangue e una volontà ferrea, Soledad, si trasferisce giovanissima a Madrid. Studia recitazione e lavora, sforzi che la portano a esordire come ballerina, nella commedia “La Reina Del Tabarin” del 1960, diretta dall’allora trentenne Jesus Franco, alla sua terza esperienza. Un incontro questo fondamentale per la carriera dell’attrice, ma anche per quella del regista.

Il successo e l’amore

Soledad Miranda è un nome e un volto che inizia a circolare con insistenza e successo nel mondo del cinema. In quattro anni Soledad Mirandagira quasi quindici film, riuscendo a diversificare generi e registi, passando dal peplum di “Ursus” al dramma “Cancion De Cuna”, alla commedia “Eva 63” all’horror “El Sonido de La Muerte” e trovando anche il tempo per il gossip con una presunta relazione col torero Manuel Benitez Perez.
Ma è nel 1964 che sboccia l’amore vero.  Gira in Portogallo tre film: “Los Gatos Negros”, “A Cancao de Saudade” e “Un Dia En Lisboa”, nei quali c’è un attore Josè Manuel Simões, ex pilota di rally, con il quale dopo aver interpretato una coppia d’innamorati in “Un Dia En Lisboa” e dopo un breve e segreto fidanzamento, si sposa nel 1966. Sempre nel 1964 Soledad Miranda tenta la strada della musica incidendo un disco composto da quattro canzoni, un’esperienza che viene ripetuta l’anno successivo.
Nel 1967 nasce Antonio, il figlio della coppia. Josè si ritira dalle corse e dal cinema per lavorare nell’industria automobilistica e Soledad si prende una breve pausa artistica.

La sexy icona di Jesus Franco

She Killed In EcstasyQuesta è una parentesi che non porta eccessivamente bene all’attrice che una volta tornata al lavoro, fatica a ritrovare il giro giusto e finisce ai margini, limitandosi a qualche comparsata.
Sembra condannata all’oblio ma il grande Jesus Franco, che l’ha fatta esordire sul grande schermo, ha un’intuizione geniale e la vuole a tutti i costi nel ruolo di Lucy per il suo “El Conde Dracula”.
È un secondo battesimo che stravolge l’immagine di Soledad Miranda facendola diventare un’oscura icona dei film del regista spagnolo, così convinto della sua scelta da andare contro alle idee del leggendario Christopher Lee, come dice lo stesso Franco in questa bella intervista pubblicata su splattercontainer:
“Non conosceva niente di niente, era quasi un’analfabeta, era una “gipsy de Siviglia”. Aveva una presenza ed una forza sbalorditiva, capiva tutto al volo. Era molto intelligente. Il suo era un dono inspiegabile che passava d
65-soledadmiranda23iritto dallo schermo allo spettatore. Tante volte non sapeva neanche come faceva ad avere certe espressioni meravigliose perché era intuitiva. Anche la mia è stata una buona intuizione.  Con lei ho fatto alcuni film bellissimi grazie anche alla sua bravura. Il primo fu El Conde Dracula (1969) con un Christopher Lee davvero molto preoccupato che mi disse: “Mi hanno detto che hai preso una zingara sevillana per la parte di Lucy. Lucy non può essere una ragazza di Siviglia!” Gli risposi: “Christopher, giro il primo giorno con lei, poi mi dai il tuo giudizio professionale. Se non ti piace la cambiamo”. Lee fu sorpreso dalla mia reazione. L’indomani dopo aver girato, le prime due inquadrature mi disse di essere molto soddisfatto di Soledad”.

Il binomioSoledad Miranda artistico funziona a meraviglia e continua in altri progetti. “Sex Charade”, “Les Cauchemars naissent la nuit”, “Juliette”, “Der Teufel kam aus Akasava”, “She Killed In Ecstasy” ed “Eugenie” tratto da una novella di De Sade e considerata  l’interpretazione più intensa dell’attrice. Tra questi c’è lo strepitoso “Vampyros Lesbos” di cui Franco, sempre nella stessa intervista, dice:
“Questo film è molto bello e grazie a Soledad è diventato eccezionale. A certe cose non ho davvero mai pensato. A me non fregava nulla se il film durava due minuti in più perché giravo un primo piano di Soledad. Lei che è stata per tutti una vera sorpresa. Il bravo produttore tedesco con cui lavorai per questo film se ne era inna
Soledad Mirandamorato, ma da lei non voleva nulla di strano. Gli piaceva la sua bravura”
Il periodo con il regista spagnolo è caratterizzato da horror e thriller eleganti intrisi di eros e di superbe immagini. L’oscura e divina icona dei film di Franco, appare spesso svestita, mai volgare, molto leggiadra e intensa. A causa di queste scene e di questi soggetti, Soledad Miranda preferisce spesso lavorare con diversi pseudonimi: Susan Korda, Susann Korda o Susan Korday, ideati da Franco stesso e ispirati da un’attrice tedesca.
Riaperte tutte le porte, le cose sembrano girare bene, benissimo. Le riprese di “Der Teufel kam aus Akasava” stanno per terminare e Soledad con il marito si reca per un breve periodo in Portogallo. L’attrice è in attesa di ricevere importanti offerte cinematografiche e teatrali che sembrano in procinto di andare in porto.

Per sempre indimenticabile

Soledad MirandaIl 18 agosto, lei e Josè stanno percorrendo l’autostrada che collega Estoril a Lisbona, stesso percorso già fatto per le riprese di “Un dia En Lisboa”. La loro auto si schianta contro un camion. Josè è ferito ma in buone condizioni. Soledad si frattura il cranio e la spina dorsale. Entra in coma e dopo poche ore muore nell’ospedale della capitale.
Così muore una perla del cinema, indimenticata, indimenticabile. La sua morte getta un’ombra sugli immediati lavori di Franco, visibilmente più cupi. E resta un dubbio, una domanda che in molti si fanno, “E’ la più bella attrice di tutti i tempi?”.

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One comment to Monografie: Soledad Miranda

  • RabidRats  says:

    Complimenti per il blog e per l’impegno e frequenza con cui lo aggiorni

    e complimentoni per i video

    Leggerò con calma le tue recensioni e ti darò qualche commento sui film che ho visto

    Come mai così pochi commenti?

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