Milano: il clan dei Calabresi

Milano:

il clan dei Calabresi


Mi hai sempre cacciato via come un lebbroso, ti vergognavi ad avere un parente come me. Come il Merenda. Eppure sono stato io che ti ho fatto arrivare un questa città…

Giorgio Stegani legato allo spaghetti western si dà al poliziesco e soprattutto cerca il colpo d’effetto. Lo cerca immediatamente piazzando una scena di stupro addirittura sui titoli di testa. Lo fa anche dopo mettendo in una storia di man hunting un aspetto che potremmo definire da fantascienza. E lo fa giocando sul sicuro, dando ad Antonio Sabato la parte principale, un malavitoso del sud (come in “Milano Rovente”) e a Pier Paolo Capponi il ruolo del commissario.

Di certo è un’idea originale nel panorama del noir/poliziesco italiano, ispirata da “Panic in the Streets” di Kazan che vinse a Venezia e pure l’Oscar come miglior soggetto nel 1951.
Ma questa storia scritta da Addessi, Barbaresi e da Camillo Bazzoni, resta lontana dai premi rimanendo inespressa in tutta la sua potenzialità.

A parte la buona performance di Capponi e Sabato, “Milano: il clan dei Calabresi” non riesce a essere né un poliziescoMilano: il clan dei Calabresi sorprendente né, come forse avrebbe voluto, una critica sociale, parlare d’immigrazione dal sud Italia e di malavita. Stegani non incide, i personaggi non crescono e si resta aggrappati all’originalità del soggetto.

Antonio Sabato è Paolo Mancuso un potente boss di Milano che lavora nel campo della prostituzione. In un regolamento di conti riesce a fuggire e a nascondersi in un laboratorio dove viene morso da una cavia, portatrice di un pericoloso virus.
Diventa così un possibile untore, cercato dalla polizia per evitare l’epidemia, cercato dai nemici e soprattutto tradito da tutti i suoi uomini e amici. Cerca l’ultima salvezza in una baraccopoli presso un certo Merenda (Toni Ucci) che però gli rinfaccia di non averlo mai aiutato e soprattutto urla a tutti che lui è l’untore. Linciato.
Una regia che svolge il proprio compito senza grandi colpi di genio e una recitazione che regge il tutto grazie ai già citati Sabato e Capponi, coadiuvati da quel buon caratterista di Toni Ucci.

Milano: il clan dei CalabresiScheda Tecnica
Titolo Originale: Milano: il clan dei Calabresi
Titoli alternativi: 24 Epätoivon tuntia, The Terminators (Finlandia), The Last Desperate Hours (Internazionale)
Regia: Giorgio Stegani
Anno: 1974
Nazione: Italia
Cast: Antonio Sabato, Silvia Monti, Pier Paolo Capponi, Nicoletta Rizzi, Fred Williams, Toni Ucci
Mario Donen
Casa di produzione: Cristina Cinematografica
Durata: 95’

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