Finalmente le mille e una notte

Finalmente le

mille e una notte


Mi è crollato l’obelisco!

Bisogna chiamarlo “decamerotico” per convenzione ma con le storie classiche del genere ha ben poco a che vedere. Un po’ perché l’ambientazione è orientale, un po’ perché la produzione è decisamente ricca, con costumi e ambienti orientaleggianti credibili e con gli interni, per la cronaca, girati nel castello di Sammezzano.

Ma questo film del 1972 si fa notare soprattutto perché Antonio Margheriti con Sergio D’Offizi alla fotografia s’impegnano parecchio creando un film superiore ai suoi simili. Certo, la storia poteva essere scritta ancor meglio per allungare il divario con gli altri film del decamerotico, perché alla fine parliamo sempre di storie erotiche con tette e culi, con il tema centrale che non si smuove di un millimetro per tutta la durata del film. E a un certo punto un po’ annoia, sebbene alcune gag siano divertenti.

Ma a parte qualche errore nel plot, c’è grande qualità anche nel cast con le due superstar Femi Benussi e Barbara Bouchet (da non dimenticare anche Esmeralda Barros e Barbara Marzano) e con una serie di caratteristi piuttosto bravi come Gino Milli, Gigi Ballista e tanti altri ancora.Finalmente le mille e una notte

La struttura di “Finalmente le mille e una notte” è divisa in tre segmenti differenti uniti da un comune denominatore, cioè l’impotenza del sultano Almamun (che a seconda dell’orecchio del critico diventa Shalmamun, Almamud e Alì Manun). Di ritorno da un lungo viaggio riceve in dono la schiava Zumrud, interpretata da Femi Benussi che si produce subito nella sexy danza dei sette veli, con nostro grande piacere. Almamun però non riesce a ottenere un’erezione. Grande scandalo e grande vergogna e i suoi fedeli ingaggiano alcune persone perché raccontino una storia erotica che lo ecciti.
La prima, raccontata da un cieco, narra del potente Samandal il più grande mandrillo della città, il cui specchio magico ripete che lui è il migliore della città fino a quando non arriva un certo Abuisè, in grado di riconoscere al buio tutte le donne della Finalmente le mille e una nottecittà (perché se l’è fatte tutte!). Abuisè che parla con accento romagnolo partecipa a una sfida nella quale indovina i nomi di tutte le donne e finisce a letto con la moglie di Samandal che cerca di trarlo in inganno ma che così diventa il più grande cornuto del regno.

Nella seconda storia il nipote di Aladino innamorato di Marian (Barbara Bouchet), trova una lampada magica al cui genio chiede un modo di conquistare la sua amata. Diventa invisibile s’introduce nella sua stanza e grazie a un tappeto volante riesce a farla fuggire e a fare l’amore con lei (tre volte perché sennò non scende). Per sfortuna o per vendetta del genio, un giorno sul tappeto sale il marito di Marian. E Aladino diventa Aladina.

La terza e ultima parte narra di una principessa bella e crudele che si mette in palio ogni anno a chi riuscirà a soddisfarla perFinalmente le mille e una notte tredici volte in un giorno. Ci prova e ci riesce un aitante giovane, che però è sostituito ogni volta da uno dei suoi sei fratelli gemelli. L’ultimo diventato eunuco da una volta precedente è l’ultimo che arriva a palazzo ed è colui che sposerà la principessa dandole una grande sorpresa nella prima notte di nozze.
E Almamun? Alla fine dei tre racconti vede Femi Benussi vicino alla narratrice interpretata da Esmeralda Barros. Si eccita e probabilmente nasce un’orgia che non ci viene mostrata. La scena più interessante di tutte! Un pessimo finale si può dire per un episodio più che dignitoso.

Finalmente le mille e una notteScheda Tecnica
Titolo Originale: Finalmente le mille e una notte
Titoli alternativi: Bed of a Thousand Pleasures, House of 1,000 Pleasures (Internazionale), Las 1001 eróticas noches de Ali Mamun (Spagna), Les mille et une nuits érotiques (Francia), Hilies erotikes nyhtes (Grecia), 1001 Nights of Pleasure (USA)
Anno: 1972
Nazione: Italia
Regia: Antonio Margheriti
Cast: Barbara Bouchet, Femi Benussi, Barbara Marzano, Esmeralda Barros, Pupo De Luca, Gastone Pesucci, Alberto Atenari, Ignazio Leone
Casa di produzione: Medusa Distribuzione, Pink International Films
Durata: 90’

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