The Walking Dead

The Walking Dead

Stagione 10

So, when Alpha took me in, I admit it, I liked it, it was, it was nice feeling like I mattered again, like I was respected, but she took it too far. You don’t kill people that don’t deserve it, and you never kill kids

Vi sembrerà strano, ma c’è un motivo per guardare l’ennesima stagione di “The Walking Dead”. E il motivo è che, sorprendentemente, c’è stato un miglioramento rispetto alle ultime e rovinose annate. Beh…a dire il vero più che altro ci provano, il tentativo è onesto e anche se manca ancora una puntata che potrebbe confermare o ribaltare (mmm…mi sa che questa è un’altra serie), il risultato, mi sento di dire che le cose sono migliorate sebbene “The Walking Dead”, rinnovata per l’undicesimo anno (!), doveva chiudere come minimo dopo la caduta di Negan.

Quello che funziona in questa stagione è che Nicotero e soci piazzano un po’ di colpi di scena che tengono alta l’attenzione. Personaggi svelati, situazioni ribaltate. L’assenza di Rick Grimes, riequilibra la narrazione e a parte i soliti Daryl e Michonne (ma la seconda non c’è per un bel po’) spuntano qua e là protagonisti d’occasione che, sebbene si sentano sempre dalla parte del giusto, donano nuovo respiro. E qui, terminano le cose positive, senza dimenticare il solito fantastico make up e gli effetti speciali. Già, perché miglioramento o no, “The Walking Dead”, cade nei soliti e noiosissimi errori.
A cominciare dalla sempre lunghissima stagione, sedici puntate, a volte inutili, tagliata da un mid season e sfortunatamente non finita a causa della pandemia. Tipo che per scrivere questo post ho dovuto rileggermi vecchi appunti e i riassunti delle puntate, per ricordarmi cosa è capitato nel lungo periodo della messa in onda. A parte ciò siamo sempre di fronte a buoni contro cattivi. Da un lato l’esercito di Alpha e dall’altra i buoni che cercano di ricostruire un mondo, come (secondo loro) è giusto.
La villain di turno sebbene cattivissima non ha una briciola del fascino di Negan e sono ben due stagioni che lei e il suo braccio destro Beta, imperversano senza arrivare a una soluzione e usando le stesse identiche dinamiche. In panchina, per lungo tempo, viene lasciato un Negan che ha sempre tanto da dare e che è relegato in gabbia a filosofeggiare per il piacere di chi lo ascolta. Un personaggio così bello, così potente e amato, lasciarlo lì è uno spreco e chissà come a un certo punto se ne rendono conto e diventa un punto centrale di tutto quanto. Ma troppo tardi.

Non manca la solita svalangata di buoni sentimenti, di lacrime, con Carol tornata in grande spolvero protagonista di tantissimi momenti in cui mette tutti in pericolo, dai quali se la cava con un pianto e con un “ma no dai. Ti perdoniamo. Ti capiamo”, scene che sembrano scritte da Saverio Tommasi o da Moccia, se preferite, così zuccherose che mi aspetto di vedere Carol dalla D’Urso. Da non dimenticare che c’è sempre Judith, che riassume la “saggezza” del padre e del fratello, suscitando un’antipatia piuttosto profonda.

Si piange insomma, si muore come sempre, ma personaggi importanti spariscono nel nulla e c’è pure una rinnovata citazione di “Games of Thrones” in una scena di battaglia, con le debite proporzioni del caso. Ma tutto sommato va meglio rispetto al passato e non ci resta che aspettare la sedicesima puntata, che uscirà entro l’anno e che potrebbe un po’ riappacificarci con la serie, il cui teaser mostra il ritorno, in qualche modo di Maggie.

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