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Papaya dei Caraibi

Papaya dei Caraibi

-Sarebbe che tutta la gente qui intorno abitava proprio dove deve sorgere la centrale. Noi abbiamo buttato giù le case e in cambio gli abbiamo dato questo
-E loro hanno accettato?
-Beh, prima hanno protestato e poi…
-Poi niente, praticamente ci hanno costretto

Dritti al punto. Subito. Una ragazza seminuda entra in una capanna sulla spiaggia, taglia una papaya, la strofina addosso e sulle parti intime del suo partner. Fa sesso e lo evira.
Purtroppo non vediamo la scena splatter che avrebbe fatto gridare al capolavoro. Ma pazienza, perché Joe D’Amato inizia in maniera ottima, quello che è considerato il film che dà l’inizio del suo periodo caraibico, al quale seguono, come ben sappiamo altri capolavori ben più noti...

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Una lucertola con la pelle di donna

Una lucertola con

la pelle di donna

Infatti, quella donna ai suoi occhi rappresenta il vizio, la degradazione. Tutta la casa accanto per lei è simbolo del vizio

I primi minuti sono un assoluto piacere. Nessuna parola, solo il commento sono di un Ennio Morricone in vena di cercare nuove strade che accompagna le visioni psichedeliche, allucinate ed erotiche della protagonista guidata da Lucio Fulci e dalla pregevole fotografia Luigi Kuveiller.

Un inizio seducente, non solo per la presenza di Florinda Bolkan e di una seminuda Anita Strindberg, per un giallo in cui Fulci, come sempre, dà una sua personale versione del genere, sebbene ci troviamo dalle parti di Dario Argento, con qualche citazione alla Hithcock.
Lasciando stare il titolo che è solo un richiamo argentiano voluto dalla prod...

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Ragazza tutta nuda assassinata nel parco

Ragazza tutta nuda

assassinata nel parco

L’ha uccisa l’emozione. È colpa mia?

Il titolo pruriginoso alla “Cronaca Vera”, che sappiamo essere un espediente spesso usato per richiamare pubblico, questa volta c’entra ancor meno del solito. La ragazza del titolo c’è, ma è un passaggio piuttosto gratuito della storia.

Ma a parte questo il nostro Alfonso Brescia cerca di fare le cose per bene, in maniera precisa e con eleganza nella maniera dei migliori thriller italiani dell’epoca. Non sempre ci riesce, perché alla fine questo suo film latita nell’intreccio, nella recitazione e nella produzione.
Già la produzione, che a quanto si dice nel dvd Cinekult aveva in mente di ambientare la storia a Vienna (“Prater Shock”, titolo provvisorio), tanto per cementare il legame co...

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The App

The App

Io ti penso da prima di sapere che c’eri

Difficile in questi tempi resistere alla tentazione di buttarsi nel mondo delle App, un tema ricco e abbastanza nuovo per le ambizioni di registi di genere. Ci finisce anche Elisa Fuksas, con “Netflix” che distribuisce forse sull’entusiasmo di “Cam” o forse perché in questo momento si possono permettere imbarazzanti giri a vuoto. Come in questo caso. “The App” film dal titolo roboante ma anche un po’ banale mostra tutti i difetti di un’app piena di bug e poco compatibile con tempi moderni.
Elisa Fuksas, che si avvale anche di un cameo di Abel Ferrara, cerca di sfangarla con la tecnica, mostrandoci immagini che sembrano arrivare dagli smartphone e con qualche tentativo di avere una fotografia suggestiva. Ma niente.
Tra...

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Sorceress

Sorceress

She gets what she wants. She keeps what she gets. She never lets go.
Intrighi e magia nera ma soprattutto tette e silicone in un b movie molto assurdo e kitsch, che alla fine mostra una sua grande dignità. Lo stregone dietro a questo film del 1995 è Jim Wynorski che nel 1982 scrisse un altro “Sorceress” diretto poi da Jack Hill e che qui si trova a dirigere un film scritto Mark Thomas McGee, attore, regista e soprattutto autore con il quale già in passato aveva lavorato. McGee per la cronaca ha scritto anche per Fred Olen Ray, così, a chiudere un triangolo magico (forma citata anche non a caso) che ha dato grandi soddisfazioni al soft-core e al direct-to-video.

Le prime immagini di “Sorceress” fanno già capire le intenzioni: Julie Strain (Erica) mostra le tette men...
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Il sottile fascino del peccato

Il sottile fascino

del peccato

Non mi sfidare Fabrizio! Non ci provare! Chi l’ha fatto è morto!
Specificano i titoli di coda che il film è ambientato ad Alberobello, ma che la cittadina pugliese non ha nulla a che vedere con la “bieca” storia. Il problema non è tanto essere abbinati alle oscure vicende, ma esserlo a un film come questo, che non va oltre alla fiction o soap opera fatta piuttosto male.
Prima cosa non va confuso con “Il fascino sottile del peccato” di Nini Grassia e seconda cosa va notato un cast di nomi famosi, un po’ in declino, che avrebbero potuto fare di più ma che probabilmente è stato annientato da una sceneggiatura fiacca, da una regia amatoriale e da un doppiaggio fastidioso. C’è Nino Castelnuovo, Nando Gazzolo, Laura Troschel, Lorenza Guerrie...
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Macchie Solari

Macchie Solari

Dalla camicia di forza alla tonaca il passo è breve

Nel 2019 vedere un film come questo fa venire in mente due cose. La prima è che Armando Crispino nella sua breve parentesi nel thriller, aveva una certa fantasia nell’ambientare le sue storie, visto anche il brillante “L’etrusco uccide ancora”.
La seconda è che GretaThunberg, non deve vedere questo film. Perché “Macchie Solari” del 1975, parte dall’ipotesi che l’eccessiva calura possa generare una serie di morti. In realtà questa ipotesi para sci-fi è solo fumo negli occhi dello spettatore, solo un allungare il brodo, nonostante Crispino inserisca per tutto il film scene che possono giustificare questa teoria. Siamo molto più semplicemente nella scia di Dario Argento, con rimandi a Fulci...

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The Rain – seconda stagione

The Rain

seconda stagione

Il primo che lo troverà e lo porterà da noi, sarà anche il primo che potrà abbandonare la zona

È che uno si aspetta che le cose prendano una certa piega o che si continui con la linea della prima serie. Ma per fortuna nei primi minuti della prima puntata, la seconda stagione di “The Rain”, ci dà una serie di colpi di scena, inaspettati e avvincenti. Un gran bell’inizio. Bravi, bravissimi. Sono però gli unici minuti degni di una stagione per nulla interessante. Se già nella prima serie, puntata dopo puntata, “The Rain” perdeva mordente, qui è una discesa nell’oblio interminabile che inizia dopo i già citati colpi di scena e quindi dal quinto minuto della prima serie.

Non è ben chiaro cosa Jannik Tai Mosholt, Christian Potalivo ed Esben T...

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L’Etrusco uccide ancora

L’Etrusco uccide ancora

Non vedo l’ora di scendere laggiù fra quelle tombe per sentirmi un po’ vivo

Tuchulcha, il demone dell’oltretomba per Etruschi, un archeologo e un famoso direttore d’orchestra, cioè, un ambiente intellettuale, originale e un po’ misterioso, (vista la presenza degli Etruschi). Primo dei due thriller di Armando Crispino, che ottiene gli stessi buoni e, soprattutto originali risultati con il successivo “Macchie Solari”, seguendo la scia di Dario Argento, anche se, secondo alcuni, lo stesso Argento deve qualcosa a Crispino (soprattutto per questo film).
In ogni caso, bisogna riconoscere a Crispino di sapersi muovere bene dietro la macchina da presa e di saper scegliere anche buoni collaboratori come Erico Menczer alla fotografia e Riz Ortolani alle musiche...

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The Babysitter

The Babysitter

Dream girls can be a nightmare
Se fossi ancora un teenager, eleggerei questo film a uno dei miei preferiti, oltre a fantasticare sulle babysitter sexy (che, intendiamoci, non ho mai avuto).
Purtroppo per me quegli anni sono passati e con grande fatica che cercato di immedesimarmi nel target di questo film. Il regista McG, cioè Joseph McGinty Nichol, noto per i due “Charlie Angel’s”, per “Terminator Salvation” e per diversi videoclip è innanzitutto più vecchio dello scrivente e con la sceneggiatura di Brian Duffield, si è immedesimato ottimamente negli adolescenti, creando un film assurdo e scorreggione quel tanto che basta a far passare 85’ spensierati anche a noi vecchiacci.
Siamo dunque in un thriller/horror con diverse punte comiche, un ritmo incalzan...
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