Le radiazioni fanno male. Come sempre. Pure gli alieni sono sempre uguali e vengono sulla Terra in cerca di qualcosa. Come al solito.
La cosa diversa invece è che non abbiamo né la solita coppia felice americana, né l’eroe intelligente e belloccio che distrugge l’invasore, ma un fondo degno di una “soap opera”.
Lui, lei e l’altra. Con lui che se la spassa pubblicamente con l’amante, con la quale pianifica pure l’omicidio della moglie, una ricca proprietaria di un immenso diamante e malata psichiatrica. Lei però nonostante tutto lo ama follemente e fa di tutto per tenerselo stretto.

È una meraviglia questo sci-fi leggermente diverso dal solito, con una storia che viaggia tra gelosia, tentati omicidi, amore, diamanti e gigantismo.
Un’idea interessante che però si schianta con una realizzazione terrificante, fatta da sovrapposizionamenti poco credibili, effetti speciali altrettanto scarsi e il gigantismo, fulcro della storia, realizzato con uno smodato e vivace uso di cartapesta. L’avete capito, è un gran bel “B Movie”! Di quelli che fanno tanta simpatia, di quelli che ci fanno venire un bel po’ di nostalgia per quel cinema magico degli anni cinquanta. 

Direttamente dal filone mutazioni genetiche, sottofilone ”mutazioni umane”, precisiamo, che può vantare il cult “The Incredible Shrinking Man” o “The Amazing Colossal Man” ci arriva la storia di questa donna ricchissima un po’ matta e un po’ vittima. Nancy Fowler in Archer. Sposata con il donnaiolo Harry, trova un giorno sulla sua strada un’enorme palla volante dalla quale esce un gigante.
Naturalmente nessuno crede a una donna in cura per disturbi mentali e la povera Nancy per convincere il marito lo trascina nel deserto, dove ritrova la misteriosa astronave. Lei poi impazzisce, lui poi gioisce, perché è vicino all’obiettivo di eliminare l’odiata moglie. Solo che, da quell’incontro Nancy inizia a crescere a dismisura e potete immaginare che non si può battere una moglie gigante e gelosa. Tanto enorme, quanto innamorata, tanto grande da poter fare ciò che le pare, come andarsi a riprendere il marito al bar, beccandolo con l’amante.
Una pessima figura per Harry, acchiappato in pubblico da una donna di quindici metri e rotti, che tra l’altro mostra una certa bravura nel contorsionismo, riuscendo a stare sdraita nella stanza da letto della propria casa.

Follie da buon “B’s” insomma, che fanno sì che quest’opera sia una piacevole visione, esattamente come molti suoi simili dell’epoca. Una pellicola che si fa apprezzare per il fatto che gli attori s’impegnino molto di più di quanto non facciano il regista e la produzione.

“The Attack Of 50 Foot Woman” è diventato negli anni un “cult movie” che ha generato tutta una serie di cose collaterali. A iniziare con il sequel ufficiale, un rumor nato dal successo del film che girato con poco budget ha ottenuto un grande successo di pubblico. Previsto a colori, con un budget più grande è rimasto un progetto incompiuto. Passano gli anni e la cosa si ripete. Questa volta è Jim Wynorski che negli ottanta pensa a un remake e realizza anche alcuni provini. Ma niente da fare, alla fine Wynorski sceglie “Not Of This Earth”, come sappiamo e per la nuova donna da 50ft bisogna attendere ancora qualche anno. È il 1993 quando Christopher Guest gira la sua versione della storia, con Daryl Hannah come protagonista.

Pochi anni dopo, nel 1995, anche Fred Olen Ray si cimenta nel tema, a suo modo però, con “Attack of The 60ft Centerfold”, che è più una vaga parodia che altro.
Passano gli anni e si arriva al 2012 con Roger Corman che produce “Attack of the 50 Foot Cheerleader” un film di Kevin O’Neill che esce ad agosto.

Tornando all’originale bisogna dire, con una pessima battuta, che anche il cast è composto di giganti.
Ad esempio la ricca Nancy, che tra l’altro si trasforma oltre che in dimensioni anche nel look in un’affascinante gigante è interpretata da Allison Hayes. Allison è una vera regina dei “B Movie” degli anni cinquanta e sessanta con partecipazioni in numerose e produzioni come “The Undead” di Corman e “The Unheartly” con il mitico Tor Johnson.
Negli anni ha variato genere dimostrando una certa versalità, che comprende anche alcune serie TV. È morta nel 1977 a soli quarantasette anni. La sua morte così prematura, ha un non so che di assurdo, da “b movie”, con rispetto parlando.
Malata da anni la sua malattia è sottovalutata dai medici. Non migliora mai e mentre legge un libro sull’avvelenamento da metalli, riconosce i suoi sintomi. Le lunghe indagini che seguono portano al risultato che l’attrice è stata sottoposta a una dose eccessiva di calcio che l’ha avvelenata. Inizia una lotta per proibire determinati farmaci, vince, ma lei non vede il successo. La sua salute peggiora e arriva anche la leucemia.

Stiamo sempre allegri e parliamo anche del buon William Hudson, naturalmente il fedigrafo Harry, anche lui alle prese con una vita brevissima. È morto a quarantanove anni, dopo una carriera che l’ha visto protagonista come Ranger Clark nella serie “Rocky Jones Space Ranger” e  come agente Mike Andrews del serial “I Led Three Lives”, oltre ad aver recitato in diversi sci-fi “low-budget”.
Infine troviamo Yvette Vickers notissima “pin-up” che qui interpreta l’amante di Harry e che come potete immaginare ha basato la sua carriera sulla bellezza. È diventata “Playmate” nel 1959 e attrice in altre pellicole e in TV. Volete ancora un po’ di tristezza? Purtroppo l’abbiamo, anche per la vita di Yvette, ritrovata morta parecchio tempo dopo il suo decesso.
Il regista invece è una vecchia volpe del genere. Nathan H.Juran ebreo rumeno trasferito giovanissimo negli States è stato un produttore, regista e art director. In questo suo ultimo ruolo ha vinto anche un Oscar nel 1941 per “How Green Was My Valley”, ma è famoso per i tanti sci-fi che ha girato o prodotto.
Bernard Woolner invece è uno dei tanti “colpevoli” che stanno dietro a questo film. Proprietario del primo “Drive-In” di Memphis passa alla storia con il fratello David sotto il nome “Woolner Brothers” ed è il produttore di questa pellicola. I Woolner sono uno dei cardini delle pellicole “low-budget”, dell’epoca e hanno prodotto diversi film di Corman entrando anche per un breve periodo nella “New World Pictures”, la casa del grande Roger. Giganti tutti quanti, sempre all’attacco del cinema!