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Fongaluli

Fongaluli


Don’t say it…Do it!

Dare a Woody Allen dell’acido e lanciarlo tra donne nude, cioè un esperimento nonsense e molto allucinogeno. Questo è Fongaluli film del 1972 scritto e diretto (in quattro giorni) da Eduardo Cemano, un bel tipetto amante delle cose fatte strane.
Cemano che in realtà si chiama Ed Seeman, ha incentrato tutta la sua carriera sulla sperimentazione ricoprendo diversi ruoli (responsabile della fotografia, autore, regista e animatore) cogliendo numerosi successi e collaborando pure con Frank Zappa in “Uncle Meat”.
“Fongaluli” che è una parola dello slang di un amico del regista, diventa qui una portentosa foglia capace di dare effetti allucinogeni e di trasformare momentaneamente un’aragosta in donna.

Il professor Wirtsus, per cercare di far riman...

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Tobacco Roody

Tobacco Roody

Each Time It Was Harder– And Harder!


Vivere nelle fattorie dei film di Bethel Buckalew non deve essere male. Perché come sempre le giornate scivolano via lente tra sole, polvere, whiskey di contrabbando e ubriaconi. Tette e sesso. Soprattutto queste due ultime cose.
E così un’altra storia hillbilly ci passa sotto gli occhi, con il solito canovaccio, con la solita ambientazione e quel filo sottile di storia che serve per autorizzare le tante scene di nudo e di sesso.


Dicevamo che vivere nelle fattorie dei film di Buckalew non deve essere male, in particolar modo e a titolo puramente soggettivo, in questa. Perché tutto si può dire sui suoi film (scontati, banali ecc.ecc.) ma il regista americano, il cast lo sapeva scegliere bene. E naturalmente non per la bravura. Deb...

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Bill Huckstabelle: Serial Rapist

Bill Huckstabelle:

Serial Rapist


Inspired by the Bill Cosby rape allegations

Bill Cosby è l’ispirazione di questo film del 2015. E sarà l’eccitazione di vedere la caduta di un idolo, ma noi ci aspettavamo o una satira corrosiva oppure un torture porn. Ancor meglio entrambe le cose.
Jerry Landi alla regia di questa produzione indipendente non mantiene le promesse, anche se bisogna riconoscergli una certa bravura nella gestione delle poche cose a disposizione e un notevole impegno dietro la macchina da presa.

Ma “Bill Huckstabelle: Serial Rapist” non sfrutta né l’onda delle notizie, né la possibilità di sbizzarrirsi sull’argomento. Il tutto resta abbozzato, chiuso e poco sviluppato, lasciandoci alla fine un senso di incompletezza.
L’azione latita parecchio e si ferma a u...

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Die Mädchenhändler

Die Mädchenhändler


Schwarzes Geld Für Weisse Frauen

Il trafficking secondo Erwin C.Dietrich va raccontato con una musichetta pop e con ragazze poco vestite oppure direttamente nude. Non siamo qui per criticare questa scelta narrativa (che oggettivamente è una vera porcata), perché Dietrich di certo non voleva toccare temi sociali, ma unicamente creare un sexploitation che tirasse su un po’ di soldi.

E lo fa con la cara vecchia pratica del taglia e incolla, utilizzando scene che vedremo in altri suoi lavori (“Vacation Temptation” o “Gefangene Frauen”) e qualche footage da film sull’Africa (magari di guerra). Così tanta confusione che per un po’ abbiamo pensato di essere di fronte al fenomeno del déjà vu...

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The revenge of the naked cheerleaders

The revenge of the

naked cheerleaders


The girls cheers again!

Le Mary Jane del soldato Joker sono qui al gran completo e in grande forma. Tutte in un filmetto da college, tra le loro urla e quelle dei giocatori di football stereotipati ululanti e dopati. I due gruppi s’incrociano nel modo più classico possibile e nel posto più banale (cioè negli spogliatoi tra calzini sporchi e sospensori mai lavati). Mentre fuori dal college la vita scorre felice, tra villette color pastello, prati tagliati e crostate di mele.

Venti minuti così, con qualche patimento d’amore con colori saturi, ti fanno sperare che un asteroide non solo ti distrugga la casa ponendo fine alla visione di questo film, ma che distrugga tutto il pianeta evitando che qualcun altro realizzi una cosa del genere.
Ma, c...

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Maid in Sweden

Maid in Sweden

Here are the boys. Ole wants to take you to the movie.
I have to ask mother first.

Non è una buona idea invitare la propria giovanissima sorella a casa, anche se siamo nella libera Svezia, soprattutto se questa è interpretata da Christina Lindberg, che attira attenzioni solo con la forza del pensiero. Bellissima, giovanissima e al suo secondo film l’attrice all’epoca ventunenne è qui in uno dei suoi film più famosi.

Una co-produzione tra Svezia e Stati Uniti, per la regia dell’israeliano Dan Wolman regista in patria di diverse commedie e qualche dramma sentimentale. Anche lui al secondo film, unisce queste due cose in una maniera semplice ma piacevole, vuoi per il simpatico commento sonoro e vuoi, naturalmente per la presenza della provocante Christina.

Già des...

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Les nuits brûlantes de Linda

Les nuits brûlantes

de Linda


Altra incursione nella follia e nelle famiglie disgregate del nostro Jesús Franco che questa volta ambienta la storia in Grecia, tra sole e musica ellenica. Girato in realtà ad Alicante “Les nuits brûlantes de Linda” è un esercizio di stile, che punta più all’estetica delle immagini che a raccontarci una storia. Un cast striminzito e affidabile, pochi esterni ma molto colorati e interni scuri e sinistri. Il tutto però funziona solo a tratti e forse è colpa della ripetitività del tema o forse perché non tutte le ciambelle riescono col buco nemmeno ai migliori.

“Les nuits brûlantes de Linda” con la sua buona versione porno non ci dà il pathos di un film come “Eugenie” o il senso di fastidio di “La nuit des etoiles filantes” o la p...

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Christa

Christa


The human spirit is at its best with all masks off

L’ultima volta che siamo saliti su un aereo è nata una discussione sul ruolo e lo sviluppo della figura della hostess o stewardesses, se preferite. Nell’immaginario collettivo ricopre ancora un degno ruolo di fantasia, sminuito però dalla realtà, per colpa dell’innalzamento dell’età pensionabile e per l’abbassamento dei requisiti. Una bella conquista per quanto riguarda la dignità e i diritti delle donne, ma un brutto colpo per le fantasie di ogni maschio del pianeta.

Non ci resta che rimanere aggrappati alla vasta filmografia sull’argomento. Alle immagini di hostess o stewardesses, se preferite, in minigonna che mostrano l’intimo e si portano a letto diversi passeggeri...

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Cherry, Harry & Raquel!

Cherry, Harry

& Raquel!

Cherry and Raquel. Byproducts of our society, pretty toys to play with, superficial in their makeup but so necessary to our way of life

Difficile dire quale sia il film più folle del nostro Russ Meyer ma “Cherry, Harry & Raquel!” meriterebbe un posto molto in alto in questa speciale classifica.
Perché la storia non è chiara, perché ci sono continui e gustosi inserti veloci e perché tutto si svolge a grande velocità tra tette (ci mancherebbe), deserto e sangue. E soprattutto perché il nostro inizia con un messaggio a favore della libertà di pensiero, contro la censura che ha massacrato il suo “Vixen!” e lo fa alla sua maniera: con scritte in sovraimpressione su delle tette (ci mancherebbe).

Russ Meyer d’altronde è così, un folle amante delle maggi...

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Der Todesengel

Der Todesengel


She thinks that she can make fun of me. Not with me. Filthy slut. Not with me.

L’angelo della morte, il “Todesengel” del titolo è bionda, ha le tette grosse e ci tiene spesso a farci notare che non porta intimo. Si potrebbero dire tante cose su queste scelte stilistiche, ma siamo nel mondo dell’exploitation, nel sottogenere della sexploitation con sfumature splatter, gore e rape revenge. Quindi non potrebbe essere diverso. Quindi Andreas Bethmann, scrittore, giornalista fanatico di Joe D’Amato e del cinema di genere azzecca ogni scelta.
Alla caratterizzazione del personaggio principale vanno aggiunti abbondanti scene di sesso, che toccano il porno, una realizzazione aberrante e una storia assurda. Brutto che di più non si può “Der Todesengel” ha tutto que...

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